VERITAS ET UTILITAS
Il motto dell'Accademia delle Scienze di Torino "Veritas et Utilitas" esprime l'attenzione di questa Istituzione per le applicazioni della ricerca scientifica orientate al bene comune. L'Accademia deve le sue origini alla Società Privata fondata nel 1757 dal grande matematico Giuseppe Luigi Lagrange, dal medico Giovanni Cigna e dal chimico Giuseppe Angelo Saluzzo. Nel 1759, grazie anche al favore del Principe Vittorio Amedeo, essa divenne Società Reale. Della Società entravano a far parte illustri scienziati anche stranieri (tra questi Monge, Laplace, D'Alembert) e i rapporti con analoghe accademie straniere, anche oltre Atlantico, si intensificavano. Salito al trono Vittorio Amedeo III, con Regie Patenti del 25 Luglio 1783, la Società divenne Accademia Reale delle Scienze e ottenne un cospicuo contributo annuale e, pochi anni dopo, la sede attuale. Nel 1801, quando il Piemonte era sotto la dominazione francese, fu aggiunta la Classe "de littérature et beaux arts" a un corpo scientifico dedito fino ad allora solo alle scienze fisiche, matematiche e naturali. Ciò comportò anche l'istituzione di una serie di Memorie annuali in campo umanistico. Nel 1804 Napoleone divenne Presidente onorario e nel 1805 I'Accademia diventò imperiale. Con il passaggio della capitale italiana a Firenze e a Roma il ruolo dell'Accademia si modificò, non essendo più essa l'organo consultorio per le invenzioni da applicare nella tecnica e nell'industria. Ma continuò, vigorosa l'attività scientifica e culturale, con le pubblicazioni e la promozione di premi. Fra i premi istituiti più recentemente spiccano il Premio internazionale "Prof. Modesto Panetti" per la Meccanica applicata (1958) e il Premio Herlitzka per la Fisiologia (1988), alternativamente internazionale e nazionale. Nel 1985, per iniziativa di Luigi Firpo, furono istituiti i cicli annuali di conferenze di carattere divulgativo.
La Biblioteca
La biblioteca è straordinariamente ricca per le sue raccolte sia di libri che di periodici. Nel Settecento e nell'Ottocento questa era una biblioteca viva che raccoglieva il meglio della produzione scientifica ed umanistica: nel secolo attuale, a causa soprattutto della grande specializzazione delle scienze, la biblioteca ha avuto un incremento molto minore in fatto di libri, ma si è arricchita di periodici grazie agli intensi rapporti scientifici tenuti dall’Istituzione fin dalle origini e agli scambi che ne sono seguiti. Il numero dei libri ed opuscoli si aggira sulle 200.000 unità, ai quali sono da aggiungere circa 40.000 volumi di periodici. Per quanto riguarda i libri, è impossibile tentare anche una ristrettissima esemplificazione di quelli più importanti, più rari, più preziosi. Per i periodici, abbondano i giornali e le riviste del Settecento e le raccolte complete di atti e memorie delle principali Accademie del mondo. Esiste uno schedario generale delle opere (per autore); uno schedario selettivo di libri rari (sempre per autore); uno schedario delle cinquecentine; tre schedari dei periodici; uno schedario del "Fondo Armando"; uno schedario per autore dei lavori pubblicati nelle riviste dell'Accademia (Atti e Memorie) e un catalogo a stampa, per autori e soggetti dei lavori pubblicati nelle riviste dell'Accademia dal 1783 al 1882 e per i soli "Atti" dal 1865 al 1966. Progetti finanziati dalla Regione Piemonte sono al momento attuale in corso di sviluppo per quello che riguarda la catalogazione dei diversi fondi biblioteconomici dell'Accademia.
Dopo essere saliti per lo scalone guariniano (il contributo di Guarino Guarini nella progettazione del palazzo è ora considerato minimo dagli esperti, che danno molta maggior importanza al ruolo del ticinese Michelangelo Garove, il quale completò l'opera nel 1688), si entra nell'atrio antistante la Sala dei Mappamondi, l'unico a non aver subito modifiche con la destinazione dell'ex Collegio dei Nobili a sede dell'Accademia. Appena entrati, a sinistra, c'è la statua in gesso di Giuseppe Luigi Lagrange, il più famoso dei tre fondatori nel 1757 dell’Istituto. Vittorio Amedeo III è raffigurato nel grande quadro dipinto da Giuseppe Mazzola. A destra del quadro, busto in marmo di Giovanni Francesco Cigna, un altro dei tre fondatori della Società Privata. A sinistra del quadro c'è il busto di Lagrange. A sinistra e a destra della porta comunicante con il Museo Egizio si trovano rispettivamente le statue in gesso di Cesare Balbo, uomo politico e storico (1753-1829) e Prospero Balbo (1762-1837) uomo politico e Presidente dell'Accademia.
Si entra nella Sala dei Mappamondi, progettata in prima istanza del 1784 da Mario Ludovico Quarini. Il progetto fu abbandonato e nel 1787 subentrò Giovannino Galliari, cultore di architettura teatrale, che aveva lavorato a Parigi e a Berlino e che, soprattutto per le colonne del "tempio" sul lato ovest della Sala, fu influenzato dal francese Félibien, La volta raffigura gli oggetti delle scienze fisiche, matematiche e naturali (da notare anche i simboli massonici nei due angoli del lato ovest). Sopra la cornice dell'angolo sud-ovest, si nota a sinistra, a circa m.1,50 dall'angolo, un quadrato più scuro: l'Italgas, che ristrutturò gli impianti della Accademia nel 1987, ripulendo anche gli affreschi, volle lasciarlo come documentazione dello stato di sporcizia preesistente. Le pareti dei lati ovest ed est sono decorate da affreschi: notare l'effetto "trompe-l'oeil", soprattutto delle finte colonne. Le colonne vere sono di legno (quercia e larice). Il pavimento (noce e rovere) è un rifacimento ad opera dell'Italgas. Nella parete del lato est, in alto, sopra la porta d'ingresso, si notano le figure allegoriche: a sinistra la Veritas seminuda, a destra l'Utilitas con la cornucopia, a simboleggiare i frutti concreti della scienza. A sinistra della finta abside, sul alto ovest, è raffigurato Pitagora con il famoso triangolo, a destra Euclide. Sulla parete sud della Sala, partendo dal lato est, si trovano: una copia del quadro del pittore inglese Joshua Reynolds raffigurante Giuseppe Baretti; una lapide che ricorda l'istituzione del premio dell'Accademia intitolato a Cesare Bressa, (prestigiosissimo riconoscimento, conferito per la prima volta a Charles Darwin); un ritratto di Giuseppe Maria Callery, opera di D. Cerruti; la targa che ricorda la ristrutturazione dell'Accademia finanziata dall'Italgas. Tra i busti di eminenti soci dell'Accademia, a sinistra, prima di entrare nella Sala dei Cataloghi, notare Diodata Saluzzo Roero, letterata e poetessa di epoca napoleonica, la prima donna ad essere eletta socio dell'Accademia. Gli oggetti più famosi della Sala sono i due mappamondi, opere di Vincenzo Coronelli, cosmografo della Serenissima. Essi furono donati all'Accademia nel 1799 dal socio Tommaso Valperga di Caluso. Quello celeste, a sinistra, dal 1693, raffigura le costellazioni con le immagini mitologiche corrispondenti; quello terrestre (1688), rivela una buona conoscenza geografica dell'Oriente, meno buona per quanto riguarda l'Occidente (da notare la California, ritenuta un'isola, e le forme insolite del Mar Nero e del Mar Caspio). Entrambi i globi furono puliti con un apposito contributo del Ministero per i Beni Culturali negli anni Settanta del secolo scorso.
Si accede poi alla Sala dei Cataloghi. Gli affreschi del soffitto sono i più recenti di quelli della Sala dei Mappamondi, ma attualmente nulla si sa dell'artista e del periodo. Le immagini di uccelli e di altri animali vivi sembrano volersi contrapporre ai fossili dell'altra Sala. In questa Sala i libri sono disposti in singole file (diversamente dalle doppie file sugli scaffali della Sala dei Mappamondi). Sono notevoli gli antichi schedari con i coperchi.
Nella Sala del Consiglio di Presidenza, si riunisce il massimo organo dell'Accademia: degno di rilievo è il bel tavolo. Il barometro di Fortin fu donato dal socio francese Michel-Fréderic Pillet-Will.
Nella Sala delle Adunanze Private, ora adibita temporaneamente a laboratorio per l'inserimento nella rete del Servizio Bibliotecario Nazionale delle monografie della biblioteca, si riunivano fino a 2001 i Soci nazionali per le sedute ristrette, in particolare per le elezioni annuali dei nuovi Soci. Ora tutte le adunanze si tengono nella Sala dei Mappamondi.
Itinerario e descrizione a cura dell’Associazione Culturale “Prova e Riprova” in collaborazione con l'Accademia delle Scienze di Torino